Masahide Kudo

Filogenesi della vita

mostra personale di Masahide Kudo

dal 08 al 23 giugno 2019 – Ingresso Libero

Centro Arte LuPier – Via Matteotti 127 (ex Bernardelli) 25063 Gardone Valtrompia (BS)

telefono:  +390308336405 / +393384677060

Inaugurazione:    sabato 08 giugno 2019, ore 18.30
Orari Galleria:    dal martedì al Venerdì:   16,00 – 19,00 / Sabato e festivi previo appuntamento

 

Il Centro Arte Lupier è lieto di presentare a Gardone V.T. la personale dell’artista giapponese Masahide Kudo “Filogenesi della vita” . Masahide Kudo nasce in Giappone nel 1952 e studia alla Zokei Art University di Tokyo. Partecipa a mostre personali e collettive sin dai primi anni ’70 in Tokyo, Yokohama e Kanagawa nella Shiko Gallery, Atelier · K art space e Galerie Verger. Dal 2012 collabora con la Galerie Verger di Kanagawa, dove cura ogni anno a novembre la mostra collettiva “Travelling Minds”. e dal 2013 inizia la collaborazione con il museo Kyuman di Kagawa dove cura la mostra collettiva “Echoes Between Conscience”. Kudo ha già esposto in Italia a Brescia (Centro Arte Lupier), Verona, Vercelli, Verbania, Lucca e Trento.

 

Il presidente Pier Cattaneo scrive dell’artista:
Significativo il titolo che l’artista ha dato alla mostra che si inaugurerà sabato al Centro Arte Lupier: ‘filogenesi della vita’ che si potrebbe tradurre ‘processo di ramificazione delle linee di discendenza nell’evoluzione della vita’. Il filo che lega, che collega, che unisce due entità, i fili come linee che si ramificano evolvendosi, questi fili che per l’artista prendono sempre origine dal corpo e dai suoi ricordi e che Kudo traduce nella sua espressione artistica combinando segni gestuali con elementi figurativi nel nome di un’arte che annulla i confini tra l’inconscio e il conscio.
Le opere dell’artista su carta e tela rivivono in un certo senso la fluida impermanenza delle sembianze naturali originali e la metamorfosi organica che le prime subiscono e che poi si ritrovano nelle opere attraverso un insieme di tracce, segni apparentemente casuali, ma che evidenziano ritagli anatomici e tratti umani.
Le opere in mostra, eseguite con oli su tela cruda, appartengono alle serie più recenti quali quelle di ‘Forest of the Memory’ e dialogano con chi le guarda attraverso le figure che sembrano emergere dal magma cromatico e calligrafico dello sfondo come presenze evanescenti, a testimonianza di una vitalità mai sopita che si fa voce di forze invisibili che presiedono all’ordine e al funzionamento dell’universo.
Il critico Aart van Zoest ha scritto che “la meditazione è una costante nella vita di Masahide Kudo e ha i suoi effetti sull’arte del Maestro”. Si potrebbe infatti affermare che questa estrazione dalla concretezza forse maniacale dell’esistere pare limitare l’impatto delle produzioni mentali, delle idee e dei pensieri di chi la esercita e costituisce un ostacolo alla comprensione profonda del mondo. Io credo invece che l’opera di Kudo proprio attraverso questa forza meditativa che diventa intrinseca nel fare artistico del Maestro dia maggiore forza espressiva ed intima all’opera stessa elevandola a un dialogo celestiale di introspezione e ricerca affascinante e terribilmente coinvolgente.
La raffinata capacità espressiva delle opere, la delicatezza della proposta artistica che l’autore fa al fruitore rendendolo protagonista del ‘senso’ proprio dell’opera, fa sicuramente della personale di Kudo una rassegna artistica da non perdere e da trasferire nel io personale di ciascun fruitore.